6 consigli per l’abbigliamento da trekking invernale

6 consigli per l’abbigliamento da trekking invernale

Camminare in montagna di inverno è bello ma a differenza delle stagioni più calde bisogna avere attrezzatura il più possibile tecnica per poi godersi l’escursione.

D’inverno si effettuano escursioni immersi nella neve, magari con l’ausilio di ciaspole.

Questo scenario, da favola, ci permette di immergerci nella natura alla ricerca di pace e benessere interiore.

Per fare ciò quindi bisogna tenere a bene a mente tutto quello che serve per non incorrere in spiacevoli imprevisti.

Durante i trekking a basse temperature il nostro abbigliamento deve soddisfare due opposte esigenze,

  • Dispersione del calore e dell’umidità per evitare il sudore
  • Il mantenimento di una adeguata temperatura corporea che sia confortevole e costante.

Ecco quindi 6 consigli per preparare, al meglio lo zaino e la valigia per un fine settimana in montagna.

1 La testa

È una delle parti del corpo più esposte e anche quella che disperde più calore, però troppo spesso viene ignorata e non si pensa mai all’abbigliamento opportuno da portare nello zaino.

Il più delle volte infatti si cammina al freddo, con il corpo ben protetto ma con la testa invece lasciata a subire vento, neve e intemperie.

Quindi nello scegliere l’abbigliamento iniziamo proprio dalla testa, la prima protezione potrebbe essere un cappello tecnico da montagna che tenga caldo e che comunque sia traspirante.

Se si prevedono condizioni molto severe, dal punto di vista delle temperature, non sarebbe male avere anche un passamontagna che copra bocca e guance.

cappello tecnico da montagna

Inoltre tutte le giacche da montagna sono dotate da cappucci che e aiutano a proteggere la testa e il collo, ricordate che il cappuccio in una giacca da montagna non è mai un optional quindi non fate come molte persone che per comodità o peggio ancora per “stile” lo staccano, ne sentirete la mancanza proprio nel momento del bisogno.

Le mani

Ora andiamo alle mani, un’altra parte del corpo spesso non considerata come parte da proteggere, che invece sono messe spesso a dura prova da parte degli agenti atmosferici.

Infatti le nostre mani sono spesso a contatto con la neve, sono sempre esposte al vento mentre camminiamo, con l’aiuto dei indispensabili bastoncini, le usiamo per reggerci in tratti un pò più difficili, nonostante ciò le lasciamo troppo spesso scoperte.

Quindi è buona prassi prendersi cura di loro coprendole a strati.

Per fare ciò si possono utilizzare un paio di sotto guanti di seta leggeri da indossare insieme a dei guanti tecnici più pesanti e comunque traspiranti, per consentire l’utilizzo di attrezzatura che prevedono azioni in cui occorrono maggiore precisione e sensibilità, “esempio macchina fotografica”, senza dover lasciare la mano scoperta.

A tale scopo esistono anche le manopole o muffole che garantiscono entrambe le esigenze sopra citate e che sono più adatti ad un utilizzo in montagna d’inverno.

manopole o muffole

3 Andiamo in fondo, i piedi

Partiamo da un’ovvietà, non possiamo usare sulla neve gli stessi scarponi che utilizziamo in Luglio/Agosto.

In inverno ci vogliono scarponi tecnici che garantiscano, non solo un’elevata impermeabilità ma anche ottimo isolamento termico per mantenere costante la temperatura del piede.

E visto che il trekking d’inverno si fa spesso con ciaspole, la struttura esterna dello scarpone dovrà essere adatta a fornire il giusto supporto a queste attrezzature, quindi dovranno essere più rigida e resistente. 

Ciaspole

Veniamo ora alle calze, attrezzatura importantissima ma al contempo, sottovalutata da quasi tutti gli appassionati di trekking.

Una buona calza tecnica può fare la differenza tra un trekking confortevole e uno infernale.

Infatti spetta a loro garantire la perfetta aderenza tra il piede e lo scarpone, così da non avere sfregamenti, e garantite al contempo il primo isolamento termico.

4 Il primo strato della cipolla “l’intimo“

Il ruolo principale di questo strato è quello di evitare che il sudore, prodotto durante il cammino, ristagni e resti a contatto con la pelle, facendolo quindi migrare verso gli strati successivi.

intimo tecnico

Da ciò si capisce l’importanza l’intimo tecnico, che ha il compito di disperdere l’umidità ed il calore in eccesso che si sviluppa durante l’attività fisica.

Assolutamente da evitare il COTONE il quale si inzuppa di sudore e terra il trekker bagnato per tutta l’escursione.

5 Lo strato centrale della cipolla

L’indumento senza alcun dubbio più utilizzato è il pile, infatti è leggero, idrofugo, traspirante, con tempi di asciugatura rapidi e relativamente economico.

Il pile insomma ha tutte le caratteristiche giuste essere considerato lo strato intermedio ideale.

pile da montagna

La lana, molto utilizzata in passato, oggi ha costi, a parità di qualità, molto più elevati rispetto al pile.

Anche se il fatto di essere un tessuto naturale può, in persone molto sensibili al tema ambientale, far propendere per un suo utilizzo.

6 L’ultimo strato, “il guscio”

Questo strato è quello che va a coprire e proteggere tutti gli altri strati da tutti gli elementi atmosferici che si incontreranno durante l’escursione.

Due sono i differenti gusci:

1 I soft shell, che più morbidi e confortevoli i punti di forza sono la loro vestibilità e il modo in cui “seguono” i movimenti del trekker.   

soft shell

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2. Gli hard shell, più duri, rispetto ai softshell hanno una vestibilità peggiore ma dalla loro hanno prestazioni molto elevate in termini di impermeabilità, traspirazione e leggerezza.

hard shell

 

 

 

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